IL PATRIMONIO STORICO-AMBIENTALE

Associazione culturale

MINIERA DEL RUGÈT E DINTORNI (GRAVERE, TO)

Reticolo sotterraneo

Geologia

Documenti storici

I dintorni del Rugèt

PROGRAMMA DI RICERCA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO
STORICO-AMBIENTALE DI GRAVERE (TORINO)

 

 

 

 

Storia delle ricerche

Dopo il definitivo abbandono dello sfruttamento avvenuto nel 1826, l’interesse per il sito è rinato nel 1960-1961 per motivi speleologici, grazie a Giorgio Gilibert, Marziano Di Maio ed Edoardo Prando.

Solo nel 1996 gli archeologi minerari, stimolati da uno storico che ben conosce il territorio della valle di Susa come Luca Patria, hanno compiuto le prime esplorazioni sotterranee: Marie-Christine Bailly-Maître e Flavien Perazza, accompagnati da Giuseppe Zampogna, l’11 maggio, Anna Gattiglia, Maurizio Rossi e Pierre Rostan il 25 maggio.

Dal 2015 il sito è inserito nel programma di ricerca «Piemonte archeo-minerario. Miniere e opifici da risorsa strategica a patrimonio storico-ambientale», ideato da Anna Gattiglia e Maurizio Rossi con l’adesione di Daniele Castelli, Piergiorgio Rossetti e Paolo de Vingo e autorizzato per quanto di competenza dalla Soprintendenza Archeologia del Piemonte.

Dal 2016 il programma «Piemonte archeo-minerario. Miniere e opifici da risorsa strategica a patrimonio storico-ambientale» è svolto in collaborazione dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino, dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino e dall’Associazione culturale «Il Patrimonio Storico-Ambientale» di Torino.

 

Miniera del Rugèt a Gravere (sommario della guida e dati per ordinarla all’editore)

la miniera (pannello didattico)

i dintorni della miniera (pannello didattico)

Miniera del Rugèt e dintorni. La miniera (pieghevole)

Piemonte archeo-minerario (pieghevole)

Piemonte archeo-minerario. Guida topografica 2016 (pieghevole)

La prima menzione scientifica della miniera del Rugèt: una pagina della rivista «Grotte» del 1960 a firma G. Gilibert.

Toponomastica

Nelle prime testimonianze scritte certe sinora reperite, risalenti al 1589-1590, la miniera ha il nome «Largentera», che nel 1742 ritorna nella forma ortograficamente più corretta «L’Argentiera» e sino almeno al 1960-1961 sopravvive nella parlata francoprovenzale locale («l’Argentèira» o «l’Argentera»).

La montagna o regione circostante è denominata «del Reggetto» nel 1742, «del Roggietto» o «del Ruggietto» nel 1743, «il Roggetto» nel 1753, «del Regetto» nel 1765, «Ruget» nel 1861-1862 (Catasto Rabbini).

Dal 1752 il toponimo «il Rogetto» indica la miniera stessa («Rogetto» nel 1824).

Nel XX secolo prevale la forma «Ruget», pronunciata con u come in Ugo, ge come in Genova ed e aperta accentata, facendo sentire la t finale: a sé stante, come nella Carta tecnica regionale in scala 1:10 000, o associata con due lemmi che, più che una miniera, richiamano una grotta, come in un manoscritto del 2003 relativo a un evento del 1922 («“Buira” del Ruget», «Tana del Ruget»).

Il toponimo è di difficile interpretazione. Le aree limitrofe annoverano Rougiera a Solomiac (Cesana Torinese) e Rogier nel Catasto Rabbini di Rollières (Sauze di Cesana). Recenti studi storici (v. la guida Miniera del Rugèt a Gravere) lo pongono in relazione con la Orgevallis dei secoli XII-XIV.

La prima relazione di una esplorazione speleologica nella miniera del Rugèt, redatta da M. Di Maio nel 1961.

 

 

 

 

 


Il Patrimonio Storico-Ambientale
                   aipsam(et)aipsam.org                   aipsam(et)pec.aipsam.org                   (+ 39) 338-61.84.408                   C.F. e P. IVA 11464590014